Nintendo Wii

Xenoblade e' magico. Ti intrappola letteralmente all'interno del suo mondo e sfruttando tutte le strategie di design possibili e una cura puntigliosa delle tempistiche di gioco, riesce a fondere sapientemente (e sorprendentemente) gameplay e sviluppo della trama, sia quella principale quanto quella di alcune delle missioni secondarie, che risultano delle piccole perle. Il gameplay e' fondato sul principio dell'elevata quantita' di cose da fare piuttosto che sulla difficolta' di portarle a termine. Ma per l'impegno messo in ognuna delle attivita' richieste (esplorazione del mondo, raccolta degli oggetti collezionabili, ricerca dei materiali piu' o meno rari, sfide contro creature specifiche, miglioramento dei legami tra i personaggi principali e creazione di uno schema di legami tra quelli secondari, creazione delle gemme per migliorare le caratteristiche dell'equipaggiamento, e ne sto saltando volontariamente alcune!) il giocatore viene costantemente premiato da punti esperienza, da equipaggiamento recuperato, da cutscene intensissime durante le quali si sviluppa maggiormente la trama principale, dall'approfondimento dei vari personaggi (alcuni dei quali sono veramente ben costruiti) e anche dalla semplice soddisfazione di averla completata. E in tutto questo essere indaffarati il gioco scorre senza mai (o quasi) raggiungere momenti di frustrazione. Ho concluso che il design di Xenoblade sia stato ideato intorno al principio di cullare, di coccolare il giocatore in uno stile molto Nintendo. Detto questo, diventa chiaro che l'esperienza e il godimento delle sue caratteristiche quasi uniche annullano ben presto il difetto di una resa grafica dettagliatissima ma purtroppo non adeguata, dovuta ai limiti della console.

A cosa dovrebbe ambire un videogioco? Sicuramente ad offrire un buon intrattenimento: che il giocatore sia saltuario o assiduo, che la sua sessione di gioco sia lunga o breve, deve trovare soddisfazione, che sia data dal tema trattato al puro gameplay. Deve essere amichevole e far si' che il giocatore interagisca naturalmente con il gioco, rendendo i controlli una sua estensione. Se il gioco e' attraente, chi gioca potrebbe addirittura desiderare di giocarlo, per sentirsi appagato da una partita ben giocata o un nuovo elemento narrativo intelligente. Alcuni giochi possono provare ad essere avvolgenti, proiettando un mondo convincente, virtualmente infinito e coerente dal punto di vista di ogni arte. I piu' ambiziosi riescono ad essere uniformi, eliminando ogni frontiera tra gameplay e significato, tra grafica e musica, tra giocatore e il suo avatar. Pochissimi riescono ad essere eterni, per quello che rappresentano per il videogioco, per il sistema in cui girano, per il genere che toccano o semplicemente per il messaggio narrato. Xenoblade Chronicles e' una perla rara, che include tutto cio' in un solo gioco, in grado di offrire intrattenimento di qualita' per quanto tempo il giocatore desideri (205 ore, nel nostro caso) offrendo un gameplay semplice ma sfaccettato, in grado di creare pesante dipendenza, immerso in un mondo infinito, coerente e reso in maniera eccelsa con qualsiasi arte esprimibile e che narra una storia tra le migliori a oggi, piena di significati piccoli e grandi, nascosti e insistenti. Una delle interfacce piu' immediate e reattive della storia dei videogiochi, la grafica piu' ambiziosa mai vista, che alla limitatezza del sistema in cui gira risponde con spazi enormi e un numero inimmaginabile di finezze, e un senso di costante progresso e appagamento che non penso sara' eguagliabile da un titolo simile per molto tempo. Una perla per una console stanca che, silenziosamente, ha gia' ridefinito il significato di intrattenimento.