Per qualche anno, io e Bianca, abbiamo tenuto un
archivio digitale della nostra collezione di videogiochi tramite un software free per Mac
davvero molto buono.
Quella di tenere un archivio di videogiochi non e' una pratica troppo originale ed in Internet esistono sia diversi software validissimi per farlo e sia diversi servizi online gratuiti, spesso erogati da siti specializzati, che permettono, tra l'altro, di gestire e condividere anche la propria lista dei giochi desiderati.
Un giorno Bianca propose di annotare un breve commento su ogni gioco giocato, perche' sia piu' semplice ricordarceli quando sara' passato troppo tempo. Cosi', una volta aperto il classico file di testo vuoto, mi rimboccai le maniche e cominciai a scrivere da zero un semplice software per catalogare, oltre che i vecchi dati, anche questa informazione.
Mentre stavo scrivendo il codice, alcune discussioni fatte tra amici mi rimbalzarono nella testa: oggi, chiunque sappia appena cosa sia un videogioco e riesca mettere due parole in croce puo' fregiarsi del nome di
recensore professionista per la stampa specializzata.
Il problema e' estremamente diffuso in Italia, dove molti quotidiani che vogliono fare i
moderni, riciclano recensori del cinema o qualche smanettone e gli fanno sputare qualche sentenza - dove
il gioco assolutamente da avere e' il piu'
cool,
cinematografico o, banalmente, il piu'
venduto.
Inoltre il sistema di scoring e' spesso troppo
vecchio :
grafica e
sonoro sono ancora valutati singolarmente, in un mondo che ormai e' facilmente definibile arte. Come si puo' valutare la
grafica di un dipinto? O il
sonoro di un pezzo di musica classica?
Unendo il classico
utile al
dilettevole, pensai: dato che basta avere un'
opinione personale e qualche videogioco per dire di essere
esperti e visto che nell'era di Internet, dietro una facciata professionale, possono esserci due persone qualsiasi, per quale motivo non strutturare questo catalogo
come se fosse un sito specializzato in videogiochi?
Dopo qualche giorno di brainstorming per pensare a un sistema di valutazione piu'
adeguato al nostro modo di vivere i videogiochi, infilare qualche simpatico algoritmo di statistica che estragga un po' di dati importanti (tutti amano le statistiche... ed io da morire) e, ciliegina sulla torta, pensare a un layout fortemente influenzato dai moderni e piu' famosi siti di videogiochi... voila'.
KWGN (acronimo di
KesieWoolf Gaming Network) e' un semplice catalogo personale dei videogiochi che acquistiamo e giochiamo periodicamente, completi di una breve descrizione delle nostre impressioni e una scheda di valutazione. Mescolando tutto con un po' di matematica, software e un layout ad-hoc, il risultato ha la forma di un
inevitabile sito di videogiochi, alimentato da informazioni che comunque avremmo scritto da qualche parte e che abbiamo deciso di rendere pubbliche.
Chi lo sa... magari qualcuno potrebbe cascare nel nostro
scherzo e affidarsi ai nostri commenti... se di
scherzo possiamo parlare.
Un'ultima nota importantissima: nelle recensioni di
KWGN e' fondamentale
l'anno in cui il gioco e' stato giocato piuttosto che la
data di pubblicazione ed, affiancato all'immancabile
Voto Complessivo, millantato come
oggettivo in ogni testata giornalistica e - quindi - per noi irrinunciabile, e' affiancato il
P-Appeal (battezzato cosi' da Bianca): una valutazione completamente
soggettiva del titolo, fortemente influenzata dal fanboyismo e gusto di chi lo assegna. Dopo tutto, e' un catalogo personale! :)

Dal Commodore 64 e lo Spectrum 48K non ho mai smesso di giocare ai videogiochi perche', forse, ho sempre creduto che i videogiochi nascondessero un'anima e un sentimento. I miei eroi erano (e sono tutt'ora) i mirabolanti coder, musicisti e grafici che quotidianamente portavano sui sistemi 8 bit gli enormi giochi da sala con un certosino lavoro d'amore, asportando cio' che non era vitale perche il gameplay, intatto, brillasse come un diamante.
Oggi sono un frustrato pendolare informatico ma ancora fanboy di chiunque valorizzi il gameplay anche a costo di sacrificare la resa tecnica. Ma se c'e' una cosa che ho imparato in tutti questi anni e' che i videogiochi, ora, hanno anche la forza di portare avanti messaggi e sentimenti importanti, con una forza ineguagliabile da qualsiasi media moderno.
Il tempo mi ha dato conferme:
fare un videogioco e' un lavoro di sentimento e arte, che siano pixel o poligoni.