Playstation Vita

Sembra ormai assodato che i titoli della Spike Chunsoft condividono tutti gli stessi pregi e gli stessi difetti e che i pregi risultano cosi' tanti che vale la pena accettare i difetti. Dopo un inizio molto lento durante il quale si fatica ad immedesimarsi appieno, Dangan Ronpa esplode in tutto il suo fascino basato tanto sul ritmo quasi perfetto della trama generale e sulla costruzione passo dopo passo del reale sviluppo dei singoli eventi che portano ai Class Trial. Il gameplay durante i processi e' strutturato solidamente, riuscendo a costruire quell'atmosfera di incertezza e di adrenalina anche attraverso sessioni di gioco che in un primo momento potrebbero sembrare fuori luogo. Per riepilogare Dangan Ronpa e' caratterizzato da una colonna sonora molto bella, da personaggi interessanti, da un ritmo narrativo travolgente e dall'affascinante, e allo stesso tempo angosciante, sensazione di precario equilibrio tra sanita' mentale e follia, tra fiducia e sfiducia, tra sacrificio e egoismo, tra speranza e disperazione.

Qualche anno fa non avrei mai potuto immaginare che avrei giocato una graphic novel, figuriamoci che se potevo immaginare che mi sarei addirittura appassionato ad un particolare sviluppatore. Spike Chunsoft, per certi versi, mi ricorda la Pendulo Studios: diffonde un genere altrimenti spazzato via dal mercato in maniera eccelsa. E questo Danganrompa non fa eccezione: sebbene troppo "ispirato" dal modello impostato dalla serie Zero Escape, come ambientazione e personaggi, stavolta e' stata presa la strada dei giochi d'indagine alla Phoenix Wright - e, per una volta, quell'effetto "maranza" che pare debba aleggiare sui titoli per Playstation (che devasto' Little King Story) lo caratterizza e lo rende originale: la combinazione tra musica elettronica pesante, persino hardcore, grafica anime "sporca" ed ambienti Goichi-Sudiane e atipici elementi prettamente arcade durante i processi prendono subito le distanze dalla tipologia di giochi ai quali Fanganropa si rifa' ma con il solo scopo di avvolgere il giocatore in un mondo asettico, opprimente, duro e mortale, lontano da tribunali puliti ed avvocati incravattati. Certo, molte cose sono difficili da accettare in prima battuta - una su tutte il tratto abbozzato con il quale i personaggi sono disegnati - ma e' cosi' anche per la narrazione: anche questo Danganrompa inizia con quella lentezza marchiata Spike che richiede un minimo di preparazione per essere accettata ma, stavolta, questo tempo e' utile anche a conoscerne e comprenderne l'estetica e le sue motivazioni. Ma e' sbagliato considerare i singoli aspetti di un titolo del genere: il pacchetto completo e' di estrema qualita', con una narrazione incalzante ed efficace, indagini accattivanti, colpi di scena e risvolti stuzzicanti e che rende la serie almeno attranete quanto Zero Escape. Cosa stona? Durante gli ultimissimi processi ci sono diverse combinazioni di prove per esprimere una stessa obiezione ed e' necessario "indovinarla"... perdonati! :)