Xbox 360

La capacita' di costruire mondi assurdi in cui tutto (dagli strani collage di stereotipi presi sia dal mondo orientale che da quello occidentale, dal mondo cinematografico come da quello videoludico o musicale, sempre riprodotti attraverso un'ironia impagabile) incredibilmente comincia ad avere un senso e' diventato per me il pregio principale dei titoli di Suda 51. Nonostante Lollipop Chainsaw mantenga alcuni dei difetti di design (un gameplay basato su un sistema di combo forse troppo legnoso e una certa previdibilita' dello schema dei vari livelli), lo considero un titolo quasi imprescindibile per rivisitare ironicamente o come vero e proprio tributo buona parte degli elementi che hanno formato la nostra cultura generazionale e recuperare la percezione del sano e goliardico divertimento che alcuni titoli che si prendono troppo sul serio (senza un vero motivo per farlo) hanno irrimediabilmente perduto.

Pac-Man Fever e' prima una canzone e poi un album pop realizzato nel 1982, realizzato con i suoni del celebre videogioco. Skrillex e' un famoso artista Dubstep ai giorni nostri. I DragonForce sono un mitologico gruppo power metal dal 1999. Se dicessi che i loro brani fanno parte della colonna sonora dello stesso videogioco, cosa vi viene in mente? Goichi Suda. Lollipop Chainsaw e' un hack and slash vecchia scuola, dove tutto quello che, nel bene o nel male, e' stato oggetto di culto tra gli anni '70 a oggi collide, creando il folle mondo che Juliet, una cheerleader cacciatrice di zombie armata di motosega, cerca di salvare. Se fosse possibile sorvolare sul gameplay troppo legnoso rispetto ad altri titoli simili e raggiungere il cuore del senso dell'opera, questo titolo sarebbe un capolavoro assoluto: i folli collezionabili assicurano una rigiocabilita' piu' eccelsa e l'incessante melting pot generazionale (dalla musica ai videogiochi sino al modo di vestire, di parlare, di fare umorismo e di concepire internet) infrange ogni logica, ogni prevedibilita' ed innietta il tarlo della curiosita' con ogni immagine, parola e suono. Peccato, pero'. Perche' come videogioco non e' rappresentativo quasi di nulla: bacato ogni tanto, pessima telecamera, gameplay schematico e QTE a raffica. Ma i tempi di Killer7 sono lontani e questo titolo e' ben lungi dall'essere il peggior lavoro di Goichi Suda, risultando migliore rispetto alla saga di No More Heroes ma piu' rigido rispetto Shadows Of The Damned. Suda51 sta imparando davvero come progettare un vero videogioco ed il rischio che possa produrre un capolavoro completo diventa deliziosamente sempre piu' alto.