Ciao papà,

Ero piccolissimo, ricordi? Il piano era quello di costruire insieme una slot machine per lo ZX Spectrum, dove diversi frutti si sarebbero alternati sullo schermo e lo scopo era quello di vincere un mucchio di soldi.

Mi avevi disegnato un'enorme pera su un foglio a quadretti, l'avevi divisa in quadrati 8x8 e, dopo avermi insegnato le basi del sistema binario, mi avevi assegnato il compito di calcolare il valore decimale di tutte le parti della figura, per poi farla apparire sullo schermo.

Per me, sarebbe stata la migliore slot machine di sempre, papà.

Qualche anno dopo, davanti al nostro primo PC, mi avevi mostrato pieno d'orgoglio dei bottoni personalizzati dall'aspetto retrò che avevi costruito tu stesso e che avremmo usato nei nostri programmi, chi per lavoro e chi per diletto. I nostri utenti li avrebbero trovati irresistibili.

Sai, papà. Ho percorso anche io la vita avvolto in quel freddo manto di solitudine che ci ha sempre difeso dalle sue furiose tempeste e alla fine, anche se non abbiamo condiviso più molto da quei giorni, mi ritrovo a calcare un'orma vicino alla tua. E lo faccio con quel tuo sorriso sul viso.

La strada tra il valore che noi percepiamo e quello che è importante per gli altri è lunghissima e, di fatto, imperscrutabile ai nostri occhi e impercorribile dai nostri piedi. L'insopportabile autostima che non ci fa mollare mai e la paterna autocritica che non ci concede alcun traguardo ci hanno resi corridori instancabili ma non hanno portato i nostri bottoni da nessuna parte e non hanno convinto nessuno a schiacciarli.

Ma se ho deciso di tenere l'amore per ciò che faccio e abbandonare l'orgoglio, che mi ha solo procurato guai, mi interrogo su quale sia il fine di quello che faccio e che costruisco. E trascrivo per te la mia risposta.

Non abbiamo mai finito quella slot machine, che si è limitata a mostrare quella stessa pera, ripetuta tre volte e in diversi colori. Ma quando è apparsa quella pera sullo schermo ricordo di aver provato una gioia immensa. Mi avevi insegnato qualcosa ed ora era mia, lì, dentro la televisione.

Noi riversiamo maree di gettoni nella slot machine della vita, papà, e le sue ruote girano all'infinito nella vita degli altri. Avrei potuto non provare nulla per quella pera sgranata sullo schermo, aborto di un progetto modesto, ed invece eccomi qui, con una passione, uno scopo e una identità sulle mie tre ruote.

Per questo continuo ad andare avanti. Lo faccio perchè, nel bene e nel male, giri qualche ruota anche negli altri ed un pezzettino di noi continui a vivere, come hai fatto tu con me. Magari non lo sapremo mai... ma dopo tutto siamo gente solitaria, no?

Nel frattempo ho ultimato la nostra slot machine e te la dedico. Ho tenuto lo stile ed i suoni che avevano i giochi dello Spectrum e tutti possono vedere come l'ho realizzata, senza chiedere nulla in cambio. E si, papà, c'è anche la nostra pera e, credimi, vale un mucchio di soldi!

Un abbraccio,
Francesco

Plot!

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